Non legare il cuore by Farian Sabahi

Non legare il cuore by Farian Sabahi

autore:Farian Sabahi
La lingua: ita
Format: epub
editore: Solferino
pubblicato: 2019-03-14T16:00:00+00:00


Un’ossessione iraniana

Qualche giorno dopo essere arrivata a Teheran, zio Nasser mi chiese che programmi avessi. Risposi che mi sarebbe piaciuto visitare i quartieri popolari a sud di khiaban-e Enqelab, la via della Rivoluzione che taglia in senso orizzontale la città ed è perpendicolare rispetto a Vali Asr. Lì ha sede l’università statale. E lì andavo a comprare i volumi vietati dalla censura, volumi che i librai tenevano in un ripiano non visibile al pubblico. Era lì che avevo trovato le poesie di Khosrow Golsorkhi, il giornalista che aveva contribuito alla costituzione del movimento di guerriglia Feda‘i-e khalq.

Il nostro sangue sta fiorendo sulla neve di Esfand [il mese tra febbraio e marzo]

il nostro sangue sta fiorendo sui tulipani

il nostro sangue è sulla camicia degli operai

il nostro sangue è sulla camicia dei contadini

il nostro sangue è sulla camicia dei soldati

il nostro sangue è sulla camicia della nostra terra.

La pioggia piovigginosa è mescolata al nostro sangue

e sta costruendo la città della libertà

la pioggia piovigginosa è mescolata al nostro sangue

e sta costruendo la città di domani.

Sulla scia della Rivoluzione cubana e della Rivoluzione culturale comunista, a quell’epoca l’atmosfera era matura per la diffusione delle idee di sinistra, ma la monarchia non era in grado di fare fronte alla situazione. Nel 1972 Golsorkhi era stato arrestato, accusato di aver formato un gruppo per rapire il principe ereditario. Quando fu portato in televisione per confessare i propri crimini, il dissidente ne approfittò per denunciare le torture di un regime che definiva «fascista, antislamico, assoggettato all’Occidente». La trasmissione era in diretta. Il titolo dei versi che avete appena letto era premonitore della sua condanna a morte, si intitolava Prima dell’esecuzione.

Teheran ha un diametro di cinquanta chilometri. Fino a quel momento nessuno della mia famiglia si era mai avventurato a sud di via della Rivoluzione e non sembrava interessato a farlo. Sollecitato da zia Malieh, Nasser mi mise a disposizione Hossein, il suo autista. Un giovane di bella presenza, cintura nera di karate. Avrebbe badato a me meglio di un tassista. Passò a prendermi il mattino successivo. Con il traffico dell’ora di punta ci mettemmo un’ora e mezza a scendere dai quartieri settentrionali a ridosso dei monti Elburz, dove abita la borghesia, verso la parte sud della città. Un dislivello di circa cinquecento metri. Edifici molto diversi tra loro, a testimonianza del fatto che la città è cresciuta velocemente, senza un vero piano regolatore. E infatti, ancora oggi ci sono palazzi lasciati a metà. Dimenticati. Abbandonati al loro destino.

Bloccati in un ingorgo, mi tempestò di domande dandomi del voi, come si usa in persiano:

«Quanti anni avete? Siete sposata? Quanti figli avete?».

Non avevo ancora affinato l’arte della diplomazia e risposi in modo schietto, come avevo fatto con nonna Mariam: stavo per compiere trent’anni, non ero sposata e al momento non avevo in programma di convolare a nozze. Doveva sembrargli un’assurdità, e perciò mi chiese perché non avessi ancora trovato marito. Evitando di spiegargli le libertà di cui godono i giovani in Occidente, ribaltai quelle stesse domande:

«Voi quanti anni avete?».

«Ventisette.»

«Siete sposato?»

«Purtroppo non ancora.



scaricare



Disconoscimento:
Questo sito non memorizza alcun file sul suo server. Abbiamo solo indice e link                                                  contenuto fornito da altri siti. Contatta i fornitori di contenuti per rimuovere eventuali contenuti di copyright e inviaci un'email. Cancelleremo immediatamente i collegamenti o il contenuto pertinenti.